Cappellina a Cracovia

I materiali naturali e la Parola al centro del progetto: ricercare gli elementi archetipici della Casa e annullare l’architettura a vantaggio della narrazione simbolica.

Non solo di valori religiosi si parla. Anche di fratellanza tra popoli, rispetto, riconoscenza, libertà. Questo è un progetto corale, così come molteplice è l’amore che lo commissiona. Siamo a Cracovia e in questo luogo, nella cappella della Beata Vergine di Loreto, si celebra la memoria dei soldati polacchi morti per la liberazione delle Marche durante la Seconda Guerra Mondiale e la figura di Giovanni Paolo II, tanto polacco quanto legato a Loreto e all’intera regione.

La cappella della Beata Vergine Maria di Loreto si trova nel santuario dedicato a San Giovanni Paolo II, nel livello ipogeo rispetto alla grande sala principale. Fu inaugurata nel 2016, proprio nell’anno del Giubileo straordinario della Misericordia e della Giornata mondiale della gioventù. Il santuario ha l’aspetto di una città indipendente perché si trova sul punto più alto della collina di Lagiewniki (luogo dove sorgeva la fabbrica della Solvay in cui lavorò il giovane Wojtyla): un cammino in salita che i pellegrini compiono da Cracovia verso il luogo dell’incontro con Dio.

Il candore e la luce, l’assenza di orpelli, il desiderio di esprimere i valori fondamentali della pace, della libertà, della solidarietà fra popoli, dare forma alla gratitudine: erano queste le pareti entro le quali andava costruito il progetto.

La risposta è arrivata dai materiali al naturale e dalla forte partecipazione dei professionisti, degli artigiani, delle istituzioni coinvolte, provenienti da città e nazioni differenti.

Il legno di rovere massello, con nodi e spaccature utilizzato per la croce, per le panche, per la trave che sorregge la statua delle Vergne Maria è il legno della croce di Gesù. Si mostra a nudo, nella sua vera essenza, con l’accento dei nodi e le ferite delle spaccature.

La pietra è la solidità, la certezza di un materiale immutabile nel tempo, utilizzato per l’altare e per l’ambone.

La pelle di vari colori è stata utilizzata per i cuscini delle sedute. Disposti casualmente, rappresentano il mondo degli esseri umani, la loro moltitudine.

E poi l’oro. Il materiale naturale più pregiato è usato per la croce, l’altare, la fascia sulla quale è Maria, i tessuti di arredo.

I mosaici sono tre e si stagliano sulla parete liscia: un bagno espressivo di colore che volontariamente esce dalla cripta e si esprime come in un atelier d’arte.

Dott. Marcello Bedeschi – Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù:

“L’idea di realizzare una Cappella alla Madonna di Loreto, sulla collina di Lagiewniki, nel Santuario dedicato a San Giovanni Paolo II, mi fu presentata da Sua Eminenza il Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia. Accolsi subito la proposta e decisi di sposarne la causa condividendola in particolar modo con un collega, il Dott. Raimondo Orsetti, anche lui affezionato alla Polonia. Ora l’idea si è concretizzata con un apporto corale della Regione Marche e dei Comuni dell’ANCI Marche che in questo modo hanno dimostrato sensibilità, amore e riconoscenza verso la nazione polacca e quei soldati polacchi morti e sepolti per la maggior parte nel cimitero militare di Loreto.”

Don Francesco Pierpaoli – Progetto liturgico della Cappella:

“Che cos’è l’architettura liturgica se non un dar voce e cultura, spazio e tempo nuovi, a quelle pietre che 2000 anni fa furono, come la notte per la risurrezione, le uniche testimoni dell’evento che ha cambiato la storia? [….] La verticalità si incrocia sempre con la storia e la concretezza della vita se vuole rivelare Dio a un mondo sempre più distratto e frenetico.”

Maestro Albano Poli – Progetto Arte Poli autore dei mosaici:

“La luce si frammenta e si carica del significato e del sentimento per comporre così delle immagini dalla grande luminosità e forza espressiva.”

Torna in alto